Monferrato: terra generosa che regala sapori e capolavori di un’arte vinicola insuperabile.
E sostenibile.
La storia
Fondato nel 1946, il Consorzio per la difesa dei vini tipici Barbera d’Asti e Freisa d’Asti fu creato con l’obiettivo di garantire la genuinità e la diffusione di tali produzioni sui mercati nazionali ed esteri, facendo leva sugli appositi marchi distintivi.
Nel corso della sua storia ha potuto contribuire in modo decisivo allo sviluppo di uno dei territori vitivinicoli piĂą importanti del panorama nazionale perseguendo il proprio obiettivo prioritario: migliorare le condizioni della filiera vitivinicola, con particolare riguardo alla componente agricola, vera spina dorsale del territorio.
Strutturando allo stesso tempo una vera e propria strategia che per il tramite di eventi, pubblicità e attività di pubbliche relazioni fosse in grado di far conoscere al mondo la crescita che ha interessato il territorio vinicolo di Asti e del Monferrato negli ultimi trenta anni. Il tutto senza scordarsi la presenza sul territorio, nei confronti del quale è sempre forte l’impegno e l’attenzione.
Altra sfera di attività in cui il Consorzio è impegnato è la ricerca, come mezzo per incrementare e garantire ogni anno alti standard qualitativi della produzione vinicola, migliorando le condizioni ambientali e di produzione. Sono diversi i progetti in corso: Barbera 2.0, sviluppato in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università degli Studi di Torino e finalizzato a definire la caratterizzazione della denominazione Barbera d’Asti in base alle peculiarità enologiche riconducibili alle varie zone di produzione, Inteflavi, rivolto alla lotta alla flavescenza dorata e con le finalità di individuare forme di convivenza del vitigno con la flavescenza stessa, e l’altro, WildWine, all’individuazione di un lievito autoctono su uve Barbera al fine di realizzare un vino caratterizzato territorialmente.
Inoltre, di assoluta unicità la ricerca analitica sviluppata in collaborazione con la Fondazione Qualivita, mirata a tracciare numeri e profili del Consorzio in generale e del mondo Barbera d’Asti Docg.
Altri progetti di ricerca sul quale il Consorzio investe sono: Ageba, con lo scopo di contrastare gli effetti del cambiamento climatico attraverso la riscoperta del genoma antico del vitigno Barbera; Sisav, che investiga sulle malattie fungine della vite e aiuta l’agricoltore a difendersi da esse nel migliore dei modi; Noviagri, che mira a migliorare la salubrità dei luoghi di lavoro agricoli, salvaguardare l’ambiente e soddisfare la crescente domanda dei consumatori di prodotti agricoli salubri e privi di residui chimici.
Il territorio
Il territorio della Barbera d’Asti, situato prevalentemente sui rilievi collinari, risale alla cosiddetta Età Terziaria di oltre 2 milioni di anni fa, quando il mare abbandonando l’attuale Pianura Padana diede avvio a processi erosivi di enorme intensità capaci di modellare l’attuale paesaggio piemontese.
Si possono distinguere due tipologie di suoli principali: le terre bianche e le sabbie astigiane.
Le prime, piĂą antiche, sono diffuse nel canellese, e danno vita a vini piĂą ricchi di colore, corposi e che si mantengono a lungo nel tempo. Le sabbie astigiane, sono depositi di tipo sedimentario in ambiente marino originatisi nel Pliocene e i vini provenienti da questi terreni sono caratterizzati da una minore aciditĂ e da una maturazione piĂą veloce.
Le denominazioni tutelate dal Consorzio sono:
• Barbera d’Asti Docg
• Ruché di Castagnole Monferrato Docg
• Nizza Docg
• Terre Alfieri Docg
• Albugnano Doc
• Cortese dell’Alto Monferrato Doc
• Dolcetto d’Asti Doc
• Freisa d’Asti Doc
• Grignolino d’Asti Doc
• Loazzolo Doc
• Malvasia di Castelnuovo Don Bosco Doc
• Monferrato Doc
• Piemonte Doc
• Calosso Doc
Caratteristiche
Il vitigno Barbera, tra i più importanti piemontesi, presenta un’elevata acidità fissa che ne garantisce longevità e piacevolezza in bocca, presentando al contempo una grande carica di antociani che contribuiscono a plasmare quel colore brillante e profondo dei vini; scarsi sono invece i tannini.
La Barbera d’Asti DOCG, riconosciuta come Denominazione di Origine Controllata nel lontano 1970, è caratterizzata dalla suddivisione in tre sottozone, Nizza (dal 2014 Denominazione di Origine autonoma), Tinella e Colli Astiani, e nel 2008 con il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata e Garantita, a testimonianza del percorso di crescita da lungo tempo imboccato.
Se in campo il processo produttivo è comunque univoco, improntato come è alla ricerca della qualità , in cantina sono due le interpretazioni affermatesi. Accanto alla vinificazione in acciaio, che contraddistingue la Barbera d’Asti DOCG nella sua versione più fresca ed immediata, si è sviluppato con il tempo anche l’uso di barriques e botti, il cui uso è tipicamente finalizzato a produrre la tipologia Superiore, più complessa per caratteristiche organolettiche e proiettata ad un consumo posticipato nel tempo. Grazie alla sua componente acida, levigata in cantina tramite la fermentazione malolattica, la Barbera d’Asti DOCG è tanto un prodotto immediato e di facile beva, quanto un vino capace di attendere per anni il momento migliore per essere consumato.
Degustazioni organolettiche
La Barbera d’Asti DOCG è un vino rosso rubino brillante che evolve in tonalità granato con il tempo. Al naso è intenso, con note di frutti rossi come ciliegia, mora, lampone e prugna, accompagnate da una sensazione alcolica. La versione Superiore, grazie al passaggio in legno, offre anche note speziate di vaniglia e cacao, aggiungendo complessità al vino.
In bocca è caratterizzato da un piacevole nerbo acido, struttura intensa e bilanciamento tra fruttato e floreale, con una piacevole sapidità e rotondità . La versione Superiore si distingue per le sue sensazioni più complesse, con note di cioccolato, vaniglia e caffè che si uniscono alla dolcezza fruttata.
Nel complesso, la Barbera d’Asti DOCG, soprattutto nella versione Superiore, è un vino intenso, persistente e equilibrato, con una freschezza che rinnova ogni sorso.
Per maggiori informazioni consultare i canali ufficiali del consorzio.